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Posts Tagged ‘befana’

Care colleghe,

lo scorso anno la vostra scopa vi ha dato qualche grattacapo?

Nessun problema!

Vi insegno a costruirne una d’emergenza…

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Stanotte non lavoro…

Già, perchè proprio ora sono in quel di Berlino (oh, poteri dell’informatica!)


dove nemmeno sanno chi è la befana e stanotte posso dormire tra due guanciali alla faccia delle mie numerosissime “colleghe”.

Quindi, ragazze, siete una di meno…al lavoro!

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Il termine Epifanìa (o Befanìa) significa “manifestazione: quella di Gesù  ai Re Magi.

Già gli antichi Romani celebravano l’inizio d’anno con feste in onore al dio Giano (e di qui il nome Januarius al primo mese dell’anno) e alla dea Strenia (e di qui la parola strenna come sinonimo di regalo). Queste feste erano chiamate le Sigillaria; ci si scambiavano auguri e doni in forma di statuette d’argilla, o di bronzo e perfino d’oro e d’argento. Queste statuette erano dette “sigilla”, dal latino “sigillum”, diminutivo di “signum”, statua. Le Sigillaria erano attese soprattutto dai bambini che ricevevano in dono i loro sigilla (di solito di pasta dolce) in forma di bamboline e animaletti. Questa tradizione di doni e auguri si radicò così profondamente nella gente, che persino la Chiesa dovette tollerarla e adattarla alla sua dottrina.

In epoca medioevale si dà molta importanza al periodo compreso tra il Natale e il 6 gennaio, un periodo di dodici notti dove la notte dell’Epifania è anche chiamata la “Dodicesima notte”:  tempo in cui si credeva che nelle dodici notti fantastiche figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri. Gli antichi Romani pensavano che a guidarle fosse Diana, dea lunare legata alla vegetazione, altri invece una divinità misteriosa chiamata Satia (dal latino satiaetas, sazietà) o Abundia (da abundantia).
La Chiesa condannò con estremo rigore tali credenze, definendole frutto di influenze sataniche, ma il popolo non smise di essere convinto che tali vagabondaggi notturni avvenissero, solo li ritenne non più benefici, ma infernali. Tali sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni diverse che sfociarono, nel Medioevo, nella nostra Befana.

Nella cultura italiana attuale, la Befana non è tanto vista come la simbolizzazione di un periodo di tempo ormai scaduto, quanto piuttosto come una sorta di Nonna buona che premia o punisce i bambini.

La leggenda narra che i Re Magi passassero dalla  casa di una vecchina e si fermassero a chiederle indicazioni sulla strada verso la grotta, ma lei gliele rifiutò. Quando capì di aver fatto un errore, era ormai troppo tardi per ritrovarli e perciò le toccò – e le tocca tuttora – fermare ogni bambino per porgergli un dono nella speranza di trovare finalmente Gesù.

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